Matrimonio gay e unioni civili omosessuali in Italia

La storia in scatti

gio 26 gen, 2023

Samesex wedding: di che cosa si tratta?

Ci sono infinità di domande più o meno filosofiche, a cui da sempre fatichiamo a dare una risposta precisa:
Esistono gli alieni?
Gli animali hanno memoria?
Perché se sto imburrando una fetta di pane e questa mi cade di mano, finisce sul pavimento proprio dal lato del burro?
Oppure, come ci domandiamo oggi in maniera molto meno filosofica: in Italia due persone dello stesso sesso si possano sposare?
La risposta ambivalente quanto spiazzante è proprio la seguente: .

Forse è meglio fare un po' di chiarezza riguardo a questo tema, perché si sa, il diavolo si nasconde sempre nei dettagli.
Per quanto riguarda in nostro paese, la legge n° 76, conosciuta anche come legge Cirinnà del 20 maggio 2016, permette che le coppie omosessuali possano scegliere di legalizzare il loro amore ed il loro status di coppia attraverso il rito dell'unione civile. La questione però è proprio questa: l'unione civile non equivale in tutto e per tutto, al matrimonio. Regolamenta certi aspetti legati al rapporto tra due persone dello stesso sesso, ma non dal punto di vista dei diritti.
È corretto dire che in Italia le coppie gay si possono sposare, ma è altrettanto corretto affermare che l’unione civile non include tutti i diritti (oltre che i doveri) previsti da un tradizionale matrimonio civile.
Quindi più che sì, nì.

Legalizzazione matrimoni gay: da quando esiste?

Siamo abituati a pensare che il momento in cui viviamo sia il più sviluppato ed emancipato della storia dell'uomo, il migliore sotto ogni punto di vista, per quando riguarda la qualità della vita di tutti. Se ci guardiamo indietro, però, scopriamo che in certe realtà del mondo europeo e asiatico già dall'epoca dell'antica Grecia l'idea che persone dello stesso sesso si potessero unire in un patto, soprattutto ai fini di una regolamentazione giuridica, era abbastanza tollerato - ovviamente in forme molto diverse da quelle che conosciamo oggi, anche perché era soprattutto il concetto di famiglia a essere sostanzialmente molto differente - e solo quando la religione cristiana divenne la religione ufficiale dell'impero romano, le unioni omosessuali vennero annullate e rese illegali.
Affinché le cose cambino dovremo aspettare qualche secolo (per la precisione 16) , quando in Danimarca nel 1989 le unioni civili gay verranno legalizzate. L'anno della svolta è il 2001, quando l'Olandaprimo paese al mondo - legalizza il matrimonio omosessuale, parificandolo anche dal punto di vista legislativo, a quello celebrato tra persone di sesso diverso. Adozioni incluse.

Matrimoni gay nel mondo

Attualmente solo in 34 paesi nel mondo, i matrimoni omosessuali sono parificati a quelli eterosessuali. In altri paesi - noi siamo in questo elenco - esistono forme che tutelano le unioni gay, ma non le equiparano completamente ai matrimoni tradizionali.

Differenza tra unione civile gay e matrimonio gay

Sicuramente la legge Cirinnà colma un vuoto legislativo immenso, ma per un paese come l'Italia il cammino da fare sulla strada verso l'ampliamento dei diritti civili, è ancora abbastanza lungo.
Lo dimostrano le differenze che definiscono le unioni civili gay dai matrimoni civili, a partire dal rito.

Per quanto riguarda l’unione civile gay:

  • non essendo contemplate le pubblicazioni, durante la cerimonia vengono escluse diverse formule recitate invece durante un comune matrimonio civile;
  • non è previsto l’obbligo di fedeltà e non deve essere rispettato alcun periodo di separazione in caso di divorzio;
  • ai cittadini minorenni non è concesso di sposarsi e i due conviventi non condividono lo stesso cognome (presentando una dichiarazione però, è possibile ottenere un cognome comune).

L’aspetto più discusso è però il seguente: l’impossibilità di adottare il figlio del partner da parte del genitore non biologico (stepchild adoption). Si tratta di un diritto per cui la comunità LGBTQ+ lotta da tempo, nonostante ancora oggi la situazione continui a rimanere invariata.

Al di fuori di queste differenze, i diritti e i doveri della coppia restano gli stessi: in entrambi i casi sono infatti previsti l’obbligo della comunione e della separazione dei beni, della coabitazione, dell’assistenza morale e materiale e dell’indennità pensionistica in caso di morte del partner. Inoltre sia nel matrimonio che nell'unione civile il numero dei testimoni non cambia (possono essere al massimo 1 per coniuge) mentre per il rito in chiesa ogni coniuge può avere fino a 2 testimoni. Ovviamente questi numeri non valgono per ruoli più “pratici” come la damigella d'onore o il best man (possono essere al massimo 8, 4 per coniuge), che possono non essere inclusi tra i testimoni, e che si occupano a vario titolo dell'organizzazione della cerimonia e della giornata.

Cosa dice la chiesa cattolica?

Dal punto di vista della chiesa cattolica le unioni tra persone omosessuali non sono equiparabili al matrimonio tra uomo e donna, perché solo due individui di sesso diverso possono generare una vita nuova e quindi creare il mattone su cui si regge l'universo cattolico: la famiglia voluta da dio.
Dal punto di vista ecclesiastico infatti, il matrimonio non è un semplice “patto di convivenza”, bensì un rapporto con una dimensione sociale unica. Per la chiesa è la paura che questa dimensione sociale venga scardinata e conseguentemente che la società perda il suo mattone generativo e fondante, a definire l'impossibilità del matrimonio gay.
L'amore non è tutto uguale, l'amore vero (e necessario) esiste solo tra uomo e donna perché permette alla specie di progredire numericamente; se ne deduce quindi che implicitamente, secondo la chiesa, un'unione omosessuale sia solo un patto di convivenza, utile per i singoli individui coinvolti, ma inutile ai fini del mantenimento della società, così come dio l'avrebbe pensata. Se ne deduce altrettanto implicitamente che essendo l'adozione vietata alle coppie samesex, a parità di incapacità di procreazione, una famiglia eterosessuale non sia equiparabile a una famiglia omosessuale.
La sterilità viene interpretata come una colpa, uno stigma, dal quale solo la famiglia normale - cioè teoricamente quella voluta da dio - può redimersi attraverso l'adozione, recuperando il ruolo ufficialmente riconosciuto.

Da atea penso che quando un dio (che preferisco chiamare natura) crea qualcosa, lo fa sempre con una funzione ben precisa, con una finalità, e forse non avrebbe creato "l'amor che move il sole e l'altre stelle" (cit.), se non avesse voluto che lo usassimo per guidare le nostre azioni.

La mia esperienza come fotografa di matrimoni samesex

A differenza della chiesa cattolica, io credo che l'amore sia quel sentimento da cui si genera una dimensione sociale unica, e che questa sia il mattone su cui poggia la società tutta: la famiglia sì, ma quella 2.0.
Famiglie grandi allargate, omo o monogenitoriali, famiglie adottanti e inclusive, tutte accomunate e guidate dallo stesso sentimento.

Servizio fotografico matrimonio gay

Il servizio fotografico matrimoniale che propongo alle mie coppie omosessuali, è esattamente lo stesso che propongo alle coppie eterosessuali, ma devo ammettere che fotografare un'unione omosessuale per me ha un significato non solo professionale, ma anche politico.
Per me è come dare un piccolo microscopico contributo alla creazione di un mondo più inclusivo, un posto dove tutte&tutti possano sentirsi protetti nel loro modo di amare e liberi di esprimere i propri sentimenti nel rispetto reciproco.

Contattami per raccontare la storia del tuo matrimonio attraverso foto spontanee e non in posa.

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